Li vedo ogni sera, lungo i marciapiedi che costeggiano le strade che percorro per tornare a casa.
No, non parlo delle praticanti il mestiere più antico del mondo: parlo dei patiti dell’esercizio fisico.
Che sia un afoso tardo pomeriggio di luglio o un uggioso preserale autunnale, eccoli lì marciare o correre, schiumando in estate o con il muco congelato a forma di stalattite che gli scende dal naso nei mesi più freddi.
Paonazzi, bocca spalancata, che respirano a pieni polmoni i gas di scarico di auto e camion. Non di rado capita di vederli spuntare da una nube nera e densa generata da uno Scania con 700mila chilometri in piena accelerazione, tossendo e ricoperti di fuliggine come un minatore della Miniera Cerrejón in Colombia.
Io li guardo mentre passo all’interno della mia Cunnymobile (Batman aveva la Batmobile io ho la Cunnymobile, ricordo del tempo che fu, quando mi dilettavo nella Nobile Arte del Cunnilingus, assaporando il nettare di svariate fanciulle in varie zone del nord Italia) al calduccio, ascoltando musica e masticando i Coccodrì della Haribo e ogni volta mi domando: perché?
C’è da dire che costoro, a differenza dei ciclisti inguainati nelle loro tutine da Gay Pride, non rompono il cazzo agli automobilisti: marciano e corrono sui marciapiedi ed in più vestono colori sgargianti, così che si possano notare, a differenza dei deficienti in total black, pedoni che, per motivi che ignoro, la sera, col buio, magari un po’ di nebbia, sono abbigliati come Diabolik e praticamente non li tiri sotto quando attraversano la strada perché ne percepisci vagamente l’ombra.
Ma la domanda rimane: perché?
Come perché…perché fa bene.
Secondo una ricerca, pubblicata sulla rivista ‘Annals of Internal Medicine’, condotta su persone più sedentarie e con un’attività fisica sotto il livello ottimale, una camminata giornaliera più lunga può ridurre il rischio di morte e malattie cardiovascolari meglio di una breve.
In altre parole, lento è meglio: considerando un numero medio di 8mila passi giornalieri, chi ci impiega più tempo a farli sembra avere un rischio inferiore rispetto a chi li completa in meno tempo.
Sì, ho capito che fa bene ma l’interrogativo rimane: perché?
L’ho già scritto, ma è bene ricordare che il buon sesso genera, a mente e corpo, i medesimi effetti positivi di una camminata o corsetta:
rafforza il cuore, facendo aumentare la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna ed allenando così l’apparato cardiovascolare;
può bruciare calorie, anche se la quantità varia a seconda dell’intensità e della posizione;
il buon sesso migliora l’umore e il benessere mentale, esattamente come l’attività fisica, riducendo lo stress, l’ansia e promuovendo il rilascio di ormoni del benessere come l’ossitocina e la prolattina;
se praticata regolarmente, l’attività sessuale può contribuire ad un sonno migliore e più riposante.
Inoltre, respiri meno smog, prendi meno freddo e riduci così il rischio di ammalarti (il buon sesso aumenta le difese immunitarie).
Quindi se la tua routine dopolavoro prevede di correre a casa, cambiarti in fretta ed uscire al freddo per camminare o correre, respirando aria inquinata, ti suggerisco un cambiamento:
torni a casa, ti spogli, una bella doccia calda o bagno, apri una bottiglia di vino che sorseggi con il tuo lui o lei o essi o loro o chi cazzo vuoi e poi di godi una bella scopata, mi raccomando con orgasmo finale (oppure orgasmi se sei una “multi”).
Eh ma io sono sola come una merda dimenticata su un marciapiede…
Cazzate: avrai vicini di casa, amici o conoscenti disposti a condividere con te i propri fluidi corporei no?
Eh, ma io vivo nel faro di Thridrangar da sola e intorno a me c’è il nulla, solo l’oceano…
E allora ordina un po’ di dildi, vibratori e goditela da sola; verrei io ma dove abiti ci si può arrivare solo con l’elicottero e io non amo volare…
Alla fine, per l’ennesima volta, ho dimostrato che il sesso fa bene: fallo!
Sei attenta al tuo benessere psico-fisico? Scopa! Godi e fa godere.









