Categoria: Sessualità

  • I benefici del morning sex

    A differenza della maggior parte dei maschi, io non amo fare sesso al mattino appena sveglio: mi occorre almeno un’ora per carburare ed in quel lasso di tempo gradisco che non mi si rivolga la parola; messo così, immagina quanto potrei desiderare farmelo succhiare…

    Diverso è se non ho dormito; magari s’è fatto serata, si torna all’alba ed allora, prima di mettersi a dormire…

    Di norma non ho mai dormito con le mie amanti: molte di loro erano sposate o fidanzate, quindi ci si vedeva clandestinamente e dovevano tornare a casa; con le single, invece, andavo comunque a dormire a casa mia.

    Le volte, però, che è capitato, con morose oppure amanti che potevano stare fuori una notte o due, ho notato come alcune di loro al mattino avessero voglia; ovviamente non ho rifiutato le loro avances (mai rifiutare una scopata) però mi rendevo conto che non era la mia ora preferita.

    Esiste una ragione scientifica sul perché, soprattutto i maschi, pm1preferiscono farlo al mattino: la concentrazione di testosterone pare sia più elevata tra le 6.30 e le 7.30 del mattino; inoltre al mattino appena svegli, non siamo ancora stati coinvolti, o travolti, dai problemi quotidiani e con meno stress si fa sesso più volentieri.

    Immagino sia qualcosa di atavico.
    I nostri antenati non potevano contare su Deliveroo per farsi portare il cibo ma dovevano uscire a cacciare animali poco entusiasti all’idea di ritrovarsi a rosolare a fuoco lento, con un palo infilato nel buco del culo che esce dalla bocca; ciò li rendeva piuttosto irrequieti ed il nostro antenato rischiava di non tornare a casa la sera.
    Ecco quindi che, per la riproduzione, si rendeva necessario l’accoppiamento al mattino, perché arrivare sani e salvi alla sera era tutt’altro che scontato.

    Anche se oggi non abbiamo la necessità di uscire per andare a caccia, il sesso al mattino porta comunque dei vantaggi.

    Fare sesso appena svegli è vivere il presente quindi saggio, dato che non sappiamo se arriveremo a sera; le bestie feroci che mettevano a repentaglio la vita dei nostri antenati sono state sostituite da imbecilli che mandano messaggi mentre guidano, risultando anch’essi letali.

    Poi se soddisfiamo sessualmente la nostra lei, riduciamo le possibilità che possa farsi ingroppare dal collega in sala server.

    Altri vantaggi:
    fare l’amore al risveglio pare sia in grado di rendere più creativi i due partner, più attivi e vitali nel corso della giornata e più energici; inoltre, aumenta l’affinità e l’intimità tra le parti. genera una sorta di effetto analgesico che allevia eventuali mal di testa anche tensivi, svolge un’azione antiossidante sul corpo e ne aumenta le difese immunitarie, fa bene alla salute di pelle, unghie e capelli, stimola la produzione di endorfine e aiutando la mente a mantenersi più concentrata nell’arco della giornata.
    In più, con il raggiungimento dell’orgasmo sia nelle donne che negli uomini, l’ossitocina che viene rilasciata durante l’atto, aiuta a infondere un profondo effetto rilassante e di tranquillità utile a ridurre lo stress, l’ansia e/o eventuali pensieri e paure.

    Tutto perfetto quindi? Non direi…

    Se a preferire questa fascia del giorno sono generalmente gli uomini, per motivi puramente fisiologici, per le donne avviene il contrario: il momento migliore per il sesso risulta essere tra le 22.00 e le 2.00 di notte.

    Spesso vengo criticato perché sono solito associare divinità cristiane ad animali domestici e non; li utilizzo come intercalari e per sottolineare e rafforzare concetti.
    Non posso, tuttavia, esimermi da tale pratica pensando che l’uomo, nel sonno, ha frequenti erezioni notturne che servono ad un cazzo, dato che sta dormendo, e magari fatica a farselo venire duro quando deve scopare; o che quando lui ha il picco di testosterone, al mattino presto, lei desidera prendere il cazzo come una tigre anela un piatto di broccoli lessi; e che quando lei desidera sesso, lui sta ronfando, distrutto da una giornata di lavoro.

    A chi definisce ancora il corpo umano una macchina perfetta, rispondo “ma vaffanculo va…”

  • Qual è la durata ideale di un rapporto sessuale?

    Parlando di sesso, i maschi hanno due certezze: per far godere una donna ci vuole un cazzo enorme e si deve durare come “Logistic”, opera cinematografica dei registi svedesi Erika Magnusson e Daniel Anderson, lunga ben ben 857 ore.

    La prima certezza è semplice da sgretolare: secondo una ricerca pubblicata anni fa, le lesbiche godono molto di più delle donne etero; non essendo cazzo-dotate, se ne desume che l’uccello non sia così fondamentale.

    Quanto alla durata dell’amplesso, vi sono studi che indicano come media di un rapporto penetrativo dai 3 ai 7 minuti; altri, invece, sostengono che un rapporto può considerarsi soddisfacente quanto dura tra i 7 ed i 13 minuti.

    A guardare questi numeri verrebbe da ridere; tre cazzo di minuti?
    Vero, possono sembrare pochi, ma il tempo è relativo: prova a tenere la mano su una fiamma per tre minuti e capirai che intendo.

    Ovviamente si parla di durata calcolata da quando lo metti dentro a quando schizzi eh…nel senso che il tempo trascorso in auto per raggiungere il motel non viene incluso nel calcolo.

    Se duri tre minuti, quindi, vai bene dai, almeno secondo la scienza; io, che non sono uno scienziato, ritengo che la durata debba essere tale da appagare sessualmente la tua donna.
    Quindi, non ha senso buttare lì dei numeri né perdere tempo in ricerche: semplicemente, se la tua donna è soddisfatta ed ha raggiunto gli orgasmi che desiderava, sei durato quanto necessario, altrimenti no e, dato che le donne non sono tutte uguali, quegli studi non servono ad un cazzo.

    Ecco il link all’articolo, ma se non hai voglia di stare lì a leggere, le cause possono essere:
    ansia, stress, depressione e preoccupazioni, come anche patologie croniche (diabete, ipertensione), patologie cardio respiratorie e renali e, infine, fumo, uso di stupefacenti, alcol e l’assunzione di alcuni farmaci, come gli antidepressivi.

    Esistono rimedi?
    Cazzo, sì…ovvio che sì.
    Si possono, ad esempio, eseguire interventi per ridurre la sensibilità del glande, oppure utilizzare gli immancabili farmaci.

    Se non vuoi farti tagliuzzare la cappella né contribuire al fatturato di qualche industria farmaceutica, puoi fare esercizi del pavimento pelvico o comportamentali come lo “start and stop” o lo “squeeze”:
    nella tecnica “start and stop”, lo stimolo viene interrotto; con la tecnica dello “squeeze”, il paziente o la sua partner stringe per 10-20 secondi la parte del pene in cui la testa (cappella) si unisce al corpo, impedendo l’eiaculazione e diminuendo la forza dell’erezione.

    A pensarci bene, se io sono qua a scrivere cazzate e tu a leggerle, è grazie all’eiaculazione precoce; i nostri antenati non avevano tutte ste menate, anzi prima schizzavano e meglio era: due colpi, “ahhh vengo” ed ecco fatto, anche perché più tempo stavi a fare “gnigo-gnago” e maggiore era la probabilità di diventare la colazione di una tigre dai denti a sciabola.

    Inoltre è anche grazie all’eiaculazione precoce che ci sono donne insoddisfatte che si fanno amanti per trovare appagamento sessuale e dato che sono stato un amante, in passato, di svariate donzelle, tale disturbo ha rappresentato e rappresenta una manna per molti uomini; quindi, perché cercare di curarla?

  • Chiesa e pompini

    “Quando ascolto i nostri sedicenti spirituali propinarci le loro banalità e quando vedo una folla, più di ruminanti che di uomini, prestare orecchio a quelle insulsaggini, mi rendo conto che stiamo diventando stupidi e che meritiamo la sorte a noi riservata.”
    Albert Caraco

    È che a me manca completamente il concetto di fede, sia essa religiosa, politica, sportiva…
    Come disse De Crescenzo in “Così parlò Bellavista”:
    la fede è violenza, la fede in qualsiasi cosa è sempre violenza.
    Ed io, che sono più per l’amore che per la violenza, non posso quindi avere una fede; inoltre la Chiesa ha sempre osteggiato le persone dedite ai piaceri dei sensi, il che ci rende reciprocamente antipatici.

    Se anche tu prediligi il godimento al patimento e ti vedi già ardere all’inferno perché ti piace troppo il cazzo, sappi che se mentre lo succhi ad un uomo pensi a Gesù, non è peccato; a dirlo non sono stato io ma Francisco Javier Martínez Fernández, arcivescovo emerito di Granada, ed il fatto che abbia detto ciò nel 2014 fa si che tutti i pompini che hai generosamente elargito negli ultimi 11 anni circa non contribuiranno al conto dei peccati…a patto che mentre li facevi pensavi a Gesù (fonte).

    In effetti Gesù viene sempre raffigurato come un bell’uomo e, quindi, non dovrebbe rendere la pratica così spiacevole, soprattutto se state ingoiando il cazzetto di un uomo brutto, grasso e pelato (il sottoscritto).

    Letto l’articolo mi sono domandato:
    quando lecco la passera di una donna, per non bruciarmi le chiappe all’inferno, a chi devo pensare, alla Madonna?

    Questa cosa ha sbloccato un ricordo del secolo scorso: i magneti che si attaccavano sul cruscotto dell’auto con sopra le foto dei propri famigliari con su scritto “non correre, pensa a noi”;
    un cristiano timorato di Dio potrebbe farsi tatuare appena sotto l’ombelico il volto di Gesù con scritto sotto “quando lo succhi, pensa a me” o magari potrebbero inventare adesivi usa e getta che applichi prima di farti fare un pompino e poi, una volta schizzato, lo togli e lo butti via

    E poi con gli altri peccati come si fa?
    Perché sai benissimo che tutto è peccato nella religione cattolica.
    Tipo i peccati di gola:
    a chi si dovrebbe pensare mentre si mangia una deliziosa fetta di torta Sacher, per non commettere peccato? A Cannavacciuolo?