Tag: alcol

  • Chi beve alcolici è più intelligente

    La ricerca è piuttosto datata, ma vale la pena ricordarne il risultato:
    chi beve alcolici è più intelligente.

    Secondo una ricerca condotta su pazienti britannici e americani e pubblicata sulla rivista di Psicologia generale, le persone con un più alto quoziente intellettivo sono quelle più predisposte al consumo di sostanze che alterano la mente, come l’alcol.

    Queste sostanze, infatti, sono considerate parti integranti delle esperienze evolutive che vengono acquisite e fatte proprie molto più dagli individui intelligenti che da quelli meno perspicaci.

    Intanto metto il link: mai vorrei pensaste fosse una cagata che mi sono inventato. Chi beve alcolici è più intelligente

    Va però precisato che l’assunzione di alcol non è direttamente proporzionale all’intelligenza: non è che uno più beve e più è intelligente; infatti un altro studio, svedese, ha scoperto che è più probabile che le persone con un QI più basso assumano quantità di alcolici maggiori rispetto a quelle dotate di un QI superiore (fonte)

    Tutto ciò non mi stupisce: l’alcol è fondamentale per sopportare le persone noiose e stupide, ovvero gran parte del genere umano, quindi occorre bere, qualora si desideri un minimo di vita sociale; tuttavia, come per ogni piacere che vogliamo assaporare, occorre mantenere sempre la capacità di goderne senza diventarne schiavi.

    Ricapitolando, le persone intelligenti assumono alcol ma senza diventare degli alcolizzati.

    Questo significa che gli astemi sono stupidi?
    Il risultato della ricerca pare ci suggerisca tale conclusione, ma penso che non siano necessariamente stupidi, anche se le sole due persone astemie che conosco sono la quintessenza della stupidità; probabilmente sono semplicemente noiosi, il che li rende soggetti da evitare e totalmente inscopabili.

    Ritengo preferibile inchiodarmi lo scroto ad un ceppo di legno con una pistola sparachiodi, piuttosto che uscire con una donna astemia; mai rinuncerei al piacere di condividere una bottiglia di buon vino con una donzella, apprezzando, sorso dopo sorso, quel calore e leggero stordimento che sgretola la sottile barriera di pudore ed alimenta la voglia di assaporare il suo dolce nettare.