Autore: Nikolas Northwood

  • Il segreto delle coppie che durano una vita.

    Che se trovare una persona con la quale stare è difficile (ovviamente mi riferisco ai maschi un po’ sfigati, non ricchi e non belli…come me) tenersela è anche peggio: se ti sei messo con una bella figa, vedi uccelli desiderosi di scoparsela che sbucano ovunque; se hai optato per una decisamente poco attraente, per evitare che te la scopino, vedrai comunque uccelli sbucare da ogni angolo, perché non c’è donna che non risulti scopabile per gran parte dei maschi.  

    Quando ero ancora in attività, col cazzo che ti avrei detto come fare per far durare la tua coppia, essendo le donne insoddisfatte dalle relazioni il mio core business, ma ora che ho appeso lingua e cazzo al chiodo e mi sono ritirato a vita casta e monacale…

    Per tenere vivo e sano il tuo rapporto, devi applicare la regola del 5:1.

    Se sei nato, come me, nel secolo scorso, potresti fraintendere:
    la regola del 5:1 non significa che devi farti seghe fino a farti schizzare fuori gli occhi dalle orbite (5 contro 1 era un modo per definire la masturbazione maschile tanti anni fa, quando agli uomini piaceva la carne, la fica e le auto a benzina) ma…altro.

    Confesso che quando ho letto il titolo di questo articolo ho pensato:
    “finalmente qualcuno ci è arrivato! Sono decenni che lo predico…”
    Sono da sempre un convinto sostenitore del 5:1 come unico ed infallibile metodo per tenere viva la passione in una coppia.

    Vediamo nel dettaglio.

    Per far felice un uomo basta che gli fai pompini, gli dai il culo e celebri il suo cazzo, decantandone la forma, le dimensioni, il turgore…
    Una donna, invece, devi amarla, donarle piacere ed orgasmi, bilanciando tenerezza e vigore, scopandola come una troia e coccolandola come una principessa.
    Certo, anche lei apprezza quando ammiri estasiato le sue tette o il bel fondoschiena, ma non basta: dal suo uomo vuole essere amata, sbattuta e coccolata ed ecco la regola del 5:1:
    ogni 5 orgasmi della donna, 1 dell’uomo.

    Ovviamente i numeri non sono vincolanti: può andare bene anche 3:1, 7:1, 10:1… Alla peggio, anche 1:1 purché sia la donna a venire per prima.
    Il piacere della donna deve essere sempre e comunque prioritario rispetto a quello dell’uomo. Sempre. 

    Ecco, come scritto prima pensavo fosse questa la teoria del 5:1 ma mi sbagliavo.


    Per ogni interazione negativa, una coppia felice ha almeno cinque interazioni positive. E’ questo il vero segreto per una relazione sana, equilibrata e duratura. Parola degli psicologi John M. Gottman e Robert W. Levenson.

    In pratica, se 1 critica è bilanciata da almeno 5 apprezzamenti, la coppia è destinata al successo.

    Dopo aver analizzato innumerevoli coppie nel corso degli anni, i due studiosi si sono accorti che il segreto per un amore felice e duraturo sta proprio nell’equilibrio tra atteggiamenti positivi e negativi, purché vi sia una netta prevalenza dei primi rispetto ai secondi.

    Ma che succede quando le interazioni negative prevalgono su quelle positive?
    Quando le interazioni negative dominano, la relazione tende a scivolare in una spirale negativa.
    Secondo Gottman, il disprezzo è uno dei fattori più dannosi, poiché distrugge il rispetto reciproco, fondamentale per ogni legame sano; azioni come disprezzare, criticare e mettersi sulla difensiva non solo intensificano il conflitto, ma minano anche lentamente la connessione emotiva. Per fermare questa discesa, è cruciale imparare a riconoscere gli scambi negativi e lavorare per ripristinare l’equilibrio con azioni positive. Anche i gesti più piccoli possono fare una grande differenza nel benessere della coppia.

    Fonte
    https://www.greenme.it/salute-e-alimentazione/psicologia/vuoi-scoprire-segreto-coppie-felici-applicano-regola-5-1/

    Ora, le interazioni negative sono:
    critica, disprezzo, difesa e ostruzionismo (i “Quattro Cavalieri” di Gottman), che erodono il rispetto e portano a cicli di conflitto (attacco-ritiro, attacco-attacco) e disconnessione emotiva, manifestandosi con stanchezza, rabbia, tristezza, mancanza di empatia e comunicazione inefficace, trasformando la relazione in un ambiente tossico, stressante e insicuro, spesso a causa di bisogni primari non soddisfatti e difficoltà nel gestire lo stress, il denaro o i figli.

    La mia domanda è:
    ma non sarebbe meglio evitare di comportarsi come un pezzo di merda, invece di avere atteggiamenti critici oppure offensivi e poi farsi perdonare?

    A me questa regola del 5:1 sembra un modo per giustificare comportamenti che non dovrebbero esistere in una coppia; rispetto e amore, ecco cosa ci vuole: in una coppia felice occorrono semplicemente rispetto, amore e del buon sesso.

    Consiglio spassionato:
    se vuoi applicare la regola del 5:1 meglio se doni alla tua lei 5 orgasmi per uno tuo piuttosto che dirle 5 cose carine per compensare qualche cosa di brutto che le hai detto o fatto.
    E se proprio non riesci ad  amare e rispettare per la tua donna, applica la regola 5:1 alla maniera del secolo scorso: ammazzati di seghe e non rompere il cazzo.

    Ovviamente non sono solo gli uomini a comportarsi da merde nei confronti delle donne: ci sono anche donne che si comportano male nei confronti degli uomini; tuttavia, essendo atavicamente attratto dalla figa ed amando, quindi, le donne a prescindere, trovo che gli uomini se lo meritino.

  • Sborrami in faccia

    Ogni volta che acquisto prodotti in profumeria tentano di appiopparmi una crema; essendo uomo etero del secolo scorso, quindi decisamente obsoleto, la sola crema che posso considerare è quella catalana e non desidero impiastricciarmi il viso con quelle cose viscide.

    Cercano ovviamente di convincermi che le creme idratano la pelle, ringiovaniscono e cazzate del genere, ma io già idrato tutto il corpo, bevendo birra, vino ed altri alcolici, e non desidero avere la pelle giovane quando sono più vicino alla terza età che alla giovinezza.

    Ma se tu, invece, ci tieni particolarmente a sembrare più giovane e ami prenderti cura del tuo aspetto, dovresti valutare un nuovo trattamento che pare essere di tendenza:
    sperma di salmone.

    Quando ho letto “ma il trattamento viso allo sperma di salmone anti invecchiamento funziona davvero?” la mia mente malata ha subito proposto l’immagine raccapricciante di un salmone che si tira una sega con la sua pinnetta destra (o sinistra se mancino) e dopo un po’, sborra in faccia ad un estasiato spornossessuale (il metrosexual dei giorni nostri).

    Cliniche dermatologiche in Corea del Sud pare utilizzino questo trattamento fin dal 2014 ed il motivo è che l’ingrediente principale dello sperma di salmone sono i polinucleotidi (PN), che possono migliorare l’elasticità, la luminosità e la consistenza della pelle, oltre ad avere altri benefici.

    Ma il trattamento viso allo sperma di salmone anti invecchiamento funziona davvero?

    So cosa stai pensando, ma la risposta è no: se ti fai sborrare in faccia dal tuo lui, non ottieni gli stessi benefici, quindi o vai in un centro dove praticano il trattamento allo sperma di salmone, oppure organizzi un bukkake con una ventina di esemplari.
    Se posso darti un consiglio, sceglierei la prima ipotesi: i salmoni appartengono al mondo ittico il che fa si che vivano in acqua e quando schizzano, la loro roba gelatinosa si disperda.

    Peraltro masturbare un salmone per farlo venire, potrebbe essere visto come un atto di zoofilia, di maltrattamento, e potresti essere denunciat* (in questo caso l’asterisco è d’obbligo perché il desiderio di avere una pelle giovane accomuna entrambi i sessi).

    Ovviamente, se lo trovi eccitante puoi benissimo farti sborrare in faccia dal tuo lui eh, anche se non serve per migliorare l’elasticità della pelle…

    Ricorda, a prescindere da dove, che l’importante è venire e far venire: scopa, godi e fa godere.

  • Jogging vs Sesso

    Li vedo ogni sera, lungo i marciapiedi che costeggiano le strade che percorro per tornare a casa. 

    No, non parlo delle praticanti il mestiere più antico del mondo: parlo dei patiti dell’esercizio fisico. 

    Che sia un afoso tardo pomeriggio di luglio o un uggioso preserale autunnale, eccoli lì marciare o correre, schiumando in estate o con il muco congelato a forma di stalattite che gli scende dal naso nei mesi più freddi. 

    Paonazzi, bocca spalancata, che respirano a pieni polmoni i gas di scarico di auto e camion. Non di rado capita di vederli spuntare da una nube nera e densa generata da uno Scania con 700mila chilometri in piena accelerazione, tossendo e ricoperti di fuliggine come un minatore della Miniera Cerrejón in Colombia. 

    Io li guardo mentre passo all’interno della mia Cunnymobile (Batman aveva la Batmobile io ho la Cunnymobile, ricordo del tempo che fu, quando mi dilettavo nella Nobile Arte del Cunnilingus, assaporando il nettare di svariate fanciulle in varie zone del nord Italia) al calduccio, ascoltando musica e masticando i Coccodrì della Haribo e ogni volta mi domando: perché? 

    C’è da dire che costoro, a differenza dei ciclisti inguainati nelle loro tutine da Gay Pride, non rompono il cazzo agli automobilisti: marciano e corrono sui marciapiedi ed in più vestono colori sgargianti, così che si possano notare, a differenza dei deficienti in total black, pedoni che, per motivi che ignoro, la sera, col buio, magari un po’ di nebbia, sono abbigliati come Diabolik e praticamente non li tiri sotto quando attraversano la strada perché ne percepisci vagamente l’ombra. 

    Ma la domanda rimane: perché? 

    Come perché…perché fa bene. 

    Secondo una ricerca, pubblicata sulla rivista ‘Annals of Internal Medicine’, condotta su persone più sedentarie e con un’attività fisica sotto il livello ottimale, una camminata giornaliera più lunga può ridurre il rischio di morte e malattie cardiovascolari meglio di una breve.

    In altre parole, lento è meglio: considerando un numero medio di 8mila passi giornalieri, chi ci impiega più tempo a farli sembra avere un rischio inferiore rispetto a chi li completa in meno tempo.

    Sì, ho capito che fa bene ma l’interrogativo rimane: perché?

    L’ho già scritto, ma è bene ricordare che il buon sesso genera, a mente e corpo, i medesimi effetti positivi di una camminata o corsetta: 

    rafforza il cuore, facendo aumentare la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna ed allenando così l’apparato cardiovascolare;

    può bruciare calorie, anche se la quantità varia a seconda dell’intensità e della posizione;

    il buon sesso migliora l’umore e il benessere mentale, esattamente come l’attività fisica, riducendo lo stress, l’ansia e promuovendo il rilascio di ormoni del benessere come l’ossitocina e la prolattina;
    se praticata regolarmente, l’attività sessuale può contribuire ad un sonno migliore e più riposante.

    Inoltre, respiri meno smog, prendi meno freddo e riduci così il rischio di ammalarti (il buon sesso aumenta le difese immunitarie).

    Quindi se la tua routine dopolavoro prevede di correre a casa, cambiarti in fretta ed uscire al freddo per camminare o correre, respirando aria inquinata, ti suggerisco un cambiamento:
    torni a casa, ti spogli, una bella doccia calda o bagno, apri una bottiglia di vino che sorseggi con il tuo lui o lei o essi o loro o chi cazzo vuoi e poi di godi una bella scopata, mi raccomando con orgasmo finale (oppure orgasmi se sei una “multi”).

    Eh ma io sono sola come una merda dimenticata su un marciapiede…
    Cazzate: avrai vicini di casa, amici o conoscenti disposti a condividere con te i propri fluidi corporei no?
    Eh, ma io vivo nel faro di Thridrangar da sola e intorno a me c’è il nulla, solo l’oceano…
    E allora ordina un po’ di dildi, vibratori e goditela da sola; verrei io ma dove abiti ci si può arrivare solo con l’elicottero e io non amo volare…

    Alla fine, per l’ennesima volta, ho dimostrato che il sesso fa bene: fallo!
    Sei attenta al tuo benessere psico-fisico? Scopa! Godi e fa godere.    

  • Gastrosiesta

    Per i rockers belli e dannati la triade è “sex, drugs e rock ‘n roll”; per le persone ammodo ed un po’ pallose “mangia, prega, ama”: e per gaudenti? 

    In quanto, saggiamente, poco dediti agli eccessi, si preferisce qualcosa di meno estremo: la nostra triade è mangiare, sonnecchiare e fare sesso; in una parola, gastrosiesta. 

    Si tratta di una nuova routine, perfetta per ridurre lo stress, che unisce tre piaceri: il buon cibo, il buon riposo (la siesta) e il buon sesso. 

    Praticarla è semplicissimo: si pianifica un appuntamento con il partner (nel mio blog mi rivolgo prevalentemente al pubblico femminile, quindi non rompetemi il cazzo con le menate “gender”) e si cerca un menù da gustare insieme, al ristorante oppure a casa; fondamentale che scegliate qualcosa che vi piace davvero, quindi niente menù degustazione. 

    Dopo aver goduto dei piaceri della buona tavola, è il momento di concedersi una siesta che, vi ricordo, fornisce numerosi benefici per la salute: riduce lo stress cardiaco, abbassa la pressione sanguigna e ci rende più creativi. 

    Infine il terzo passo: fare sesso con il partner. 

    Potete farlo prima o dopo la siesta, a vostra scelta; sui benefici del sesso ho scritto molto: andate a rileggervi i post. 

    Nonostante i benefici evidenti, dubito che verrà pubblicizzata ed incentivata tale pratica:

    le persone serene, che stanno bene, prive di stress, non sono utili ad una società basata sul consumismo. 

    Dopo aver mangiato bene, scopato e fatto la siesta sei in pace col mondo e non senti la necessità di buttare quattrini in cagate dedicandoti allo shopping “terapeutico”, né hai bisogno di farmaci per dormire oppure abbassare la pressione. 

    Probabilmente inserire nella propria vita tale routine un paio di volte la settimana potenzia pure le difese immunitarie e ci si ammala meno. 

    Io, che invece vi voglio bene, esorto a praticare la gastrosiesta, il più possibile. 

    Se penso alla mia giornata ideale potrebbe essere:

    incontro con l’amante nel primo pomeriggio, che amo dormire fino a tardi; poi si va in camera, si sorseggia una bottiglia di buon vino chiacchierando e stuzzicandosi e si fa sesso. Ci si riposa fino all’ora dell’aperitivo e si esce: un paio di drink, poi a cena. Dopo aver soddisfatto il palato, magari un altro drink “after dinner” prima di tornare a letto, quindi sesso.

    Poi, personalmente preferisco tornare a casa e dormire per conto mio, ma potete benissimo dormire insieme, così da riprendere il discorso il mattino dopo. 

    Da quando bazzico in Padania noto che nei weekend le persone tendono ad ammassarsi in centri commerciali, outlet e non tutti per fare acquisti: i più si recano in sti posti per passare il pomeriggio curiosando. 

    Ora, visto la stagione, che poco invoglia ad uscire, invece che chiudervi in quelle strutture di cemento, in mezzo ad altri che magari sono appestati e diffondono qualche cazzo di virus influenzale, non sarebbe meglio se vi dedicaste alla gastrosiesta? 

    Ne gioverebbe la vostra salute psicofisica, il vostro sistema immunitario, il vostro portafoglio…

    Vivreste un weekend rilassante, zero stress ed il lunedì affrontereste la settimana con un altro stato d’animo. 

    Ovviamente la gastrosiesta potete praticarla anche durante la settimana, prendendovi un giorno di ferie…magari con l’amante…

  • Quanto dura il bacio perfetto

    La baciai. Baciarsi è più intimo che scopare. Ecco perché non mi è mai piaciuto che le mie donne andassero in giro a baciare altri uomini. Preferirei che se li scopassero.

    In effetti il buon Hank non ha detto una cazzata; probabilmente. 

    Nella mia ultradecennale “carriera” mai ho fatto sesso con una donna senza baciarla; ciò significa che non ho mai scopato o, quantomeno, l’ho fatto con amore, per citare Gabriel García Márquez.

    Sul come debba essere il bacio perfetto, non ho idea: ognuno ha probabilmente le proprie preferenze, il proprio stile; su quanto debba durare, però, la scienza ci viene in soccorso:
    6 secondi.

    Secondo alcune ricerche scientifiche, 6 secondi è il tempo minimo necessario affinché il cervello rilasci ossitocina, il famoso “ormone dell’amore”, sostanza che migliora l’umore, genera benessere e riduce ansia, stress e dolore.

    Il bacio, quindi, è fondamentale nella relazione, personalmente, lo ritengo tale anche nella scopata occasionale, al punto da essere celebrato da una giornata mondiale:
    il 13 aprile, infatti, è la giornata mondiale del bacio.

    Forse non tutti sanno che…

    Il bacio più lungo della storia è durato 58 ore, 35 minuti e 58 secondi ed a scambiarselo è stata una coppia thailandese.
    In effetti qua è un pelo esagerato; tuttavia, tenere la bocca impegnata per oltre due giorni potrebbe essere un ottimo modo per smettere di fumare oppure perdere un po’ di peso. 

    Baciarsi è spiritualmente appagante:
    secondo diversi studi, il bacio induce gli stessi effetti rilassanti dello yoga e della meditazione.
    Quindi se vai a fare yoga ma non riesci ad assumere la posizione del loto, perché sei elastico come un blocco di ghisa, puoi infilare la lingua in bocca all’insegnante che starai bene lo stesso.

    Ricercatori irlandesi hanno scoperto che l’80 per cento delle coppie che si baciano, girano la testa a destra.
    Io la ruoto a sinistra, in realtà: nulla di politico eh, ma mi viene più naturale.  

    Il bacio è anche utile per capire se ci sarà o meno feeling con la persona che stiamo baciando; in altre parole, il primo bacio è fondamentale per decidere se continuare a vedere una persona oppure no e le donne pare siano più esigenti degli uomini.
    Non solo: le donne usano l’intensità e la frequenza del bacio per valutare l’idoneità di un uomo per i rapporti a breve termine e se un rapporto a breve termine si può evolvere in un rapporto a lungo termine; gli uomini invece, secondo alcuni psicologi, ricorrono al bacio, soprattutto nelle relazioni a breve termine, per aumentare la probabilità di avere rapporti sessuali.
    Del resto all’uomo medio del bacio importa poco: ciò che desidera è farsi succhiare il cazzo il prima possibile.

    Fino agli anni 60 negli Stati Uniti era vietato mostrare baci interrazziali sullo schermo: quando cadde il divieto il primo bacio si consumò in un episodio di Star Trek, tra il capitano Kirk (William Shatner) e il tenente Uhura.
    Da fan di Star Trek, la serie originale, ero patologicamente attratto dal tenente Uhura e non so quante seghe mi sono fatto guardando le sue gambe ed immaginando di leccargliela.
    Capisco il capitano James T. Kirk, quindi.

    Come scritto all’inizio, non credo vi sia una tecnica ideale per il bacio, ma qualche suggerimento si può dare.

    Intanto l’alito:
    cura l’igiene orale, portati caramelle oppure chewing gum.
    Se dormi con la tua donna, al risveglio evita di baciarla perché avresti l’alito che sa di malga alpina; piuttosto donale un bel cunnilingus con orgasmo.

    A meno di non voler battere il record della coppia thailandese citata qualche riga fa, non devi stare appiccicato alle sue labbra: 6/10 secondi e poi ti stacchi, vari un pochino, le lecchi il labbro, glielo mordicchi delicatamente, la guardi negli occhi, le baci il collo…

    Lingua sempre ed occhi preferibilmente chiusi.
    Se la stai baciando ma lei non ci mette la lingua puoi aprire gli occhi: se li apre anche lei, bene, altrimenti, se li tiene chiusi, verifica di non stare a baciare un cadavere.

    Penso che il bacio sia un po’ come praticare il cunnilingus:
    se ti piace farlo, probabilmente lo farai bene.

    E rammenta:
    tu le infili la lingua in bocca per avere qualche chance di scoparla, lei per capire se vale la pena dartela, in quanto la donna sa che un uomo che bacia male sarà molto probabilmente una pessima scopata; quindi, impegnati e bacia bene.

    https://www.vogue.it/article/quanto-deve-durare-bacio-benefici-salute-coppia

    https://www.focus.it/comportamento/psicologia/10-cose-che-forse-non-sai-sul-bacio-gallery

  • Sesso e depressione

    Il titolo, in effetti, potrebbe essere fuorviante; questo non è un post autobiografico, nel senso che non scriverò del legame che c’è tra il sesso insieme a me e la depresione:
    a quanto ne so, delle mie tre amanti che ho avuto in “carriera”, due sono diventate lesbiche, la terza ha preso i voti, diventando monaca cistercense della stretta osservanza e nessuna delle 3 mi risulta sia preda di depressione.

    Un nuovo studio ha dimostrato che un’attività sessuale regolare riduce il rischio di depressione, ma quante volte bisognerebbe farlo per ottenere questi benefici?

    Vi risparmio tutto il pippone dello studio (in fondo c’è il link se volete):
    pare che fare sesso da una a due volte la settimana riduca sensibilmente il rischio di depressione.  

    Del resto, noi lo sapevamo già; una regolare e appagante attività sessuale offre una serie di benefici psico-fisici:

    migliora il sonno, riduce lo stress, migliora la salute cardiovascolare, genera un aumento dell’autostima e del benessere psicologico, riduce il rischio di cancro, malattie cardiovascolari e, in generale, pare aiuti a vivere più a lungo. 

    C’è solo un piccolissimo dettaglio:
    chi è depresso non ha voglia di scopare.

    Dal punto di vista della sessualità, la depressione porta una riduzione del desiderio sessuale, può causare o peggiorare problemi come disfunzione erettile, difficoltà nell’eccitazione, nell’orgasmo o secchezza vaginale.
    Tutto questo finisce per influenzare negativamente la vita di coppia, causando stress, conflitti e difficoltà nella comunicazione.
    Come se non bastasse, chi è depresso si vede prescrivere farmaci, gli antidepressivi, che possono avere effetti collaterali, provocando disfunzione erettile o problemi nell’orgasmo.

    Quindi la depressione può portare a disfunzioni sessuali, ma le disfunzioni sessuali possono anche contribuire alla depressione e cazzo, non se ne esce…

    A questo punto uno potrebbe dire:
    “che problema c’è…basta non cadere in depressione…”
    E questo è vero, ma ci sono tanti, troppi fattori che possono generare tale disturbo: 
    ereditarietà, squilibri neurotrasmettitoriali variazioni ormonali, eventi stressanti e traumatici, difficoltà nelle relazioni interpersonali, il modo in cui una persona interpreta gli eventi, alcune condizioni mediche, come malattie croniche, dolore persistente o malattie neurologiche…
    E ancora disturbi d’ansia, disturbo da uso di alcol e altre sostanze, schizofrenia

    Ora ti starai domandando: come posso ridurre il rischio di cadere in depressione?

    A tal proposito ci sono un sacco di libri che possono spiegarlo in modo semplice; tuttavia, mettere in pratica ciò che propongono non è affatto facile, a meno di non vivere in un monastero e fare un cazzo tutto il giorno se non meditare.
    Tu, io, viviamo nel mondo reale, dove le rotture di cazzo piovono dal cielo e si incontrano idioti dietro ogni angolo.

    Io sono per la prevenzione, non per la cura; quindi, il mio suggerimento è sempre il medesimo, il solito messaggio che cerco di dare su questo blog:
    scopa.
    Il sesso riduce il rischio di depressione e la depressione non è affatto semplice da curare; se non vuoi passare il resto della vita rincoglionia dai farmaci, fa sesso appagante, prosciugati a furia di orgasmi, goditi la vita sessuale che ti va, come ti va e quando ti va.

    Stai con uno che non ti scopa? Cerca chi ti desidera.
    Fai sesso poco appagante? Cerca uno o più amanti che sappiano farti godere.
    Hai problemi di desiderio o non ti tira più il cazzo? Forse è perché ti scopi la stessa donna da anni, o magari non è quella adatta: chiudi la storia e cerca altrove, oppure prova con le escort.
    Fate come cazzo volete, ma fate sesso, consenziente ed appagante.

    Se c’è un farmaco potente, in grado di prevenire un sacco di problemi di natura fisica e mentale, quello è il sesso:
    fallo e ricorda sempre che per fare bene deve essere appagante.

    Non accontentarti di sesso scadente: trova chi sappia farti godere e divertiti.

    Fonte:
    https://www.today.it/benessere/quante-volte-fare-sesso-settimana-depressione.html

  • Hänsel e Gretel: capitolo finale

    Sì, Gretel si ricordava benissimo l’episodio.

    Erano ad un rave organizzato da Bella & Bestia, un paio di deejay olandesi, quando Hänsel incontrò la Sirenetta. Dopo un paio di gin tonic e qualche pastiglia colorata, i due si appartarono e poco dopo vide Hänsel uscire di corsa da dietro un cespuglio.
    Gretel non ci fece caso, pensando che avesse avuto un attacco di cagotto, ma poi pensò che se fosse stato quello il problema, era già dietro un cespuglio e poteva farla lì, quindi lo seguì ed una volta raggiunto le disse che la Sirenetta era morta, dopo un pompino con ingoio.

    A Gretel si accese la classica lampadina.
    Iniziò a pensare alle fanciulle che avevano avuto una storia col fratello:
    Cenerentola, morta…Mulan, morta…Pocahontas, morta…la piccola Fiammiferaia, morta…
    O suo fratello era particolarmente sfigato oppure…

    “Vieni con me” disse Gretel, ed insieme uscirono dalla casa.
    Nel prato accanto videro un bellissimo cerbiatto, noto nella zona con il nome di Bambi.
    Questo elegante quadrupede era, in realtà, un trans dedito alla prostituzione.
    Gretel lo chiamò e Bambi andò verso loro.
    “Quanto vuoi per succhiarlo a mio fratello?”
    “Cento euro” rispose il cervide.
    “Affare fatto” rispose Gretel
    “Forza, tiralo fuori e fattelo succhiare” disse poi rivolgendosi al fratello.
    “Ma sono appena venuto” piagnucolò Hänsel “come faccio”.
    “Aspettami qua” disse Gretel rientrando in casa.
    Ne uscì poco dopo, portando con sé un flaconcino dorato.
    “Bevi questo, tutto!”
    Hänsel obbedì e pochi istanti dopo ebbe un’erezione così potente da strappare la patta dei pantaloni.
    A quella vista Bembi ululò di gioia, si avvicinò ad Hänsel, si inginocchiò e prima di cominciare a succhiarlo disse:
    “Mi sa che ti farò un po’ di sconto…che mica capita tutti i giorni tutto questo bendidio…”
    Bastò meno di un minuto ad Hänsel per venire. Ovviamente Bambi ingoiò tutto e pochi istanti dopo, stramazzò al suolo stecchito.

    “L’avevo capito cazzo” disse Gretel trionfante “hai la sborra avvelenata fratellino” disse ad Hänsel.
    “Hai idea che potremmo diventare dei killer a pagamento? Faremmo un sacco di soldi e nessuno potrebbe risalire a noi. Chi va a pensare che uno possa schizzare dall’uccello roba velenosa…”
    “Ok ma io voglio prima farmi Blancaneves. Me lo sono dovuto far succhiare da una vecchia strega e da un cazzo di cerbiatto: mi sembra di essermi meritato una scopata con una bella figa no?”
    Gretel concordò ma c’era il problema della formula magica.

    Tornarono in casa e cercarono ininterrottamente per ore ma senza successo.
    Stavano per perdere le speranze quando, da un volume che stava sfogliando Hänsel cadde un fogliettino.
    Gretel si chinò, lo raccolse e lo lesse:
    FORMULA SEGRETA POTENTISSIMA: USARE CON CAUTELA!
    “Sai cosa ti dico? Mi sono rotta il cazzo di cercare: prendiamo questa e andiamo. Se è potentissima, aprirà il sarcofago come niente”.

    Hänsel e Gretel uscirono dalla casa della vecchia e percorsero al contrario il sentiero che qualche giorno prima era stato indicato dalla nutria.

    Due ore dopo si ritrovarono di nuovo nella radura, di fronte alla cassa nella quale giaceva colpita da un incantesimo Blancanieves.
    Attorno i Los Siete Enanitos e la nutria con gli occhiali.
    Hänsel si schiarì la voce e con solennità iniziò a recitare la formula magica trovata nella casa della strega.
    “KALIM RUGUTH ULIANIS FILENTI REGS ARRUTARSI DJENDLEAI”
    Tutti guardarono il sarcofago ma nulla, non si aprì.
    “Eppure è scritto così” disse perplesso Hänsel.
    “Forse andava recitato con accento bolognese” suggerì Gretel.
    Trascorsero due, forse tre secondi:
    il cielo improvvisamente si oscurò e dal centro si aprì un enorme buco nero che inghiottì l’intero pianeta e tutti coloro che lo abitavano.
    Hänsel ebbe appena il tempo di dire:
    “E niente, in ‘sta cazzo di storia non c’è verso di scopare” e scomparì.

  • Real dolls vs real Women

    Qualche giorno fa leggevo che, in futuro, le bambole “gonfiabili” saranno sempre più reali.

    Intanto non sarà più corretto definirle gonfiabili, ma andrà usato un più appropriato “love dolls”; saranno compagne iper-realistiche, con pelle in silicone quasi uguale a quella umana e tratti espressivi.
    Il vero cambiamento, però,è che saranno dotate di intelligenza artificiale: ciò consentirà loro di sviluppare una personalità, sostenere una conversazione e persino simulare emozioni.

    E non si sta parlando di un futuro lontano: le stanno già producendo, in Cina.

    Sono realizzate in silicone applicato su uno scheletro di metallo, pesano all’incirca la metà di un essere umano ma, soprattutto, grazie a ciò che chi ne sa definisce “large language models”, una tecnologia AI avanzata incentrata sulla comprensione e sull’analisi del testo (tipo ChatGPT), le bambole inviano segnali che vengono elaborati da questi modelli, e le risposte tornano indietro sotto forma di istruzioni su come muoversi, cosa dire e come reagire.

    In pratica, saranno esseri in tutto e per tutto uguali alle donne ma, non avendo il ciclo, saranno meno incazzose in certi giorni del mese, non chiederanno di andare all’IKEA a vedere le mensole per il bagno né di sistemare il battiscopa del corridoio.
    Non ti romperanno i coglioni perché, quando pisci, non fai centro e schizzi il water, ne porranno quelle domande tipo “secondo te sono grassa” alla quale nemmeno uno scienziato dotato di un QI pari a 210 potrebbe rispondere senza rischiare che gli venga conficcata una mannaia al centro della schiena.

    Potrai scegliere come la vorrai, se anoressica o curvy, se caucasica, asiatica o africana, del colore di capelli e occhi che desideri; verrà creata su misura per te.
    Teoricamente avrai tutto il bello di una donna ma senza i lati meno piacevoli che un essere umano di sesso femminile porta con sé.

    Del resto, questo è il progresso no?

    Beh, personalmente non sono contro i sex toys; trovo, però, che solo quelli femminili abbiano senso di esistere: converrete con me che l’immagine di una donna che si masturba con un dildo è decisamente più sexy di un uomo che si smanetta infilando il cazzo dentro ciò che dovrebbe sembrare, almeno nelle intenzioni di chi le ha progettate, una donna o, ancora peggio, una fica portatile.
    Non c’è paragone, a prescindere dall’orientamento sessuale.

    E poi, perché una donna usa i sex toys?
    Beh, perché delusa dagli uomini, perché non ne trova che la sappiano soddisfare, perché spesso devi sopportare un coglione per avere del sesso scadente e non perché non trova un cazzo vero da scoparsi; un uomo, invece, desidera un surrogato della donna perché è uno sfigato con problemi a relazionarsi con esse ma, soprattutto, non gli piace la fica: lui pensa di essere etero, ma in realtà non gli piace la fica, esattamente come chi mangia la bistecca di seitan non ama la carne, o chi guida le auto elettriche non ama le auto.

    Lasciamo perdere tutto ciò che di bello offre una donna al di là del sesso, come interagire con lei, corteggiarla, parlare, coccolarla quando è giù di corda, semplicemente guardarla mentre sorseggia un calice di vino quando siete a cena o ammirarla nuda mentre esce dalla doccia, e focalizziamoci sul mero rapporto sessuale:
    se ti piace la fica, ti piace leccarla, ne adori il profumo, il sapore, la sensazione che ti dà al tatto e tutto questo un blocco di silicone dalle sembianze femminili non può dartelo, nemmeno se interagisce con CHATGPT.

    Probabilmente verrà il giorno in cui si potrà scegliere il sapore della passera plasticosa di una love doll: al sapore di lasagne, trofie al pesto, Sambuca o auto nuova, ma oggi, se ami la fica e se ami assaporarla, non ci sono surrogati, e per fortuna, direi.

    Tuttavia, se ci si pensa un attimo, l’idea della bambola al silicone non è poi così male.

    Pensa a tutti quei mammiferi del genere umano di sesso maschile (definirli uomini mi sembra troppo) che desiderano una donna che sia a loro completa disposizione, che non fiati, che faccia ciò che vogliono e non discuta, che si annulli per compiacerli, che sia una specie di oggetto; ecco, dando a questi idioti egoisti del cazzo una bambola nella quale infilare il loro patetico uccello, vi è la possibilità che non vadano a rompere i coglioni a donne reali, evitando così di rovinare loro l’esistenza.

    Sono fermamente convinto, da sempre, che una donna vada meritata; se non si è in grado di farla stare bene, a letto come fuori, meglio starsene per i cazzi propri: ti compri una love doll con intelligenza artificiale e te ne vai affanculo.  

    Real men love real women.  

  • Hänsel e Gretel – penultimo episodio

    Dopo circa due ore scorsero in lontananza una piccola casetta.
    Si avvicinarono e cercarono di sbirciare dentro ma le tende scure e pesanti non consentivano di vedere all’interno.
    “Ma sarà questa?” domando Hänsel.

    “Boh…prova ad assaggiare un pezzo di casa: se è la sua dovrebbe essere fatta di ciccioli” rispose Gretel.
    Hänsel ne staccò un pezzettino che mise in bocca e le sue papille gustative confermarono: ciccioli.

    Bussarono alla porta utilizzando un grosso batacchio di bronzo raffigurante un culatello.
    Pochi istanti dopo la porta si aprì lentamente, emettendo un sinistro cigolio.

    “Chi è che viene a rompere i coglioni a quest’ora tarda della notte?” disse dall’interno una vocina stridula.

    “Siamo Hänsel e Gretel… ci siamo perduti nel bosco”.
    Appena sentì quei due nomi, la strega balzò giù dalla poltrona sulla quale si stava masturbando con uno strolghino ed andò incontro ai due.
    “Ma prego, entrate. Mo che bei cinni che siete…come avete detto di chiamarvi?”
    “Hänsel e Gretel” ripeterono in coro.
    “Che cazzo di nomi sono… Da dove venite, siete dei crucchi? Ma gretel, non è un dolce dell’Alto Adige fatto con le mele? Ah, no…quello è lo strudel…”

    Hänsel e Gretel entrarono fingendosi intimoriti.
    La casa era molto piccola ma ordinata. Sulla parete opposta all’ingresso vi era una grande libreria colma di volumi. Al centro della stanza un grande tavolo con sopra un cesto portafrutta colmo di salsicce che, quindi, potremmo definire cesto portasalsicce.
    Appesi al soffitto, salami, cotechini, un paio di prosciutti e sette coppe.

    “Ah quelli appesi non sono mica da mangiare” disse la vecchia strega “che mi hanno trovato i valori del colesterolo un po’ alti e allora li uso come sex toys”
    Hänsel osservò un prosciutto enorme che sarà pesato 10 chili.
    “Ma anche quello?” domandò indicandolo.
    “Ah quello dietro, quando sono alla ricerca di emozioni forti” rispose la vecchia “ma sedetevi pure. Cosa posso offrirvi? Un bicchiere di lambrusco, un paio di sanguinacci? Due tortellini?”
    “Siamo dei bambini” rispose Gretel “non possiamo bere vino. Un bicchiere d’acqua è sufficiente”.

    Mentre la vecchia si dirigeva verso il frigorifero, Hänsel e Gretel presero a confabulare sottovoce.
    “Dobbiamo capire come farci dare la formula magica e per farlo dobbiamo assecondare i suoi desideri sessuali” disse Gretel.
    “Beh, io quel prosciutto nel culo non me lo faccio infilare” rispose Hänsel.
    “Ok, allora cerca di appartarti con lei e fattela dare…la formula.”

    La strega tornò con i due bicchieri d’acqua che porse ai due ospiti.
    “Prego, bevete pure che chissà quanta sete avrete. Ho una teglia di lasagne in forno, così mangerete anche qualcosa.”

    “In realtà” disse Hänsel “preferirei un limoncello”.
    “Ma come” rispose la vecchia “non vuoi bere il lambrusco perché siete bambini e poi mi chiedi il limoncello”?
    “Beh, siamo bambini speciali: la mamma ci ha svezzati a Sambuca” replicò Hänsel.
    “Mmmhhh…” disse la vecchia cercando nella credenza “vediamo…pozione magica contro la peluria delle ascelle, contro il tartaro, per far crescere il cazz…ehm…filtro d’amore per totani…no, niente limoncello, ma ho una bottiglia di Spyritus Vodka. Ha il 96% di alcol. L’ultima volta che l’ho bevuta mi è apparso sul divano Bob Marley, cazzo…”

    Prese tre bicchieri, si sedette al tavolo con Hänsel e Gretel, aprì la bottiglia e li riempì.
    “Alla salute” disse ed ingollò il liquido tutto d’un fiato. Poi si alzò ed emise una fiammata dal buco del culo che accese il caminetto dalla parte opposta della stanza.
    Hänsel portò il bicchiere alla labbra, ne deglutì una minima parte e sentì lo stomaco andare a fuoco.
    “Cazzo se è forte” disse, prima di emettere un rutto fiammeggiante che arrostì le salsicce sul tavolo.
    “Io passo” disse Gretel, che voleva restare lucida per gestire la situazione.

    L’alcol ci mise poco a fare effetto e la strega iniziò a sentire un piacevole formicolio tra le cosce; guardò Hänsel con desiderio.
    “Vuoi stenderti un attimo per riposare un pochino? Se vuoi ti posso accompagnare di là sul mio comodo letto”.

    Hänsel si alzò e la seguì.

    Gretel attese che i due scomparissero nella stanza accanto, si alzò, andò verso la grossa libreria della cucina e si mise a cercare tra i vecchi libri, sperando di trovare la formula in grado di risvegliare Blancanieves.

    “Bene, ora vieni qua che ti spoglio, così poi ti metti a letto sotto le coperte” disse la strega ad Hansel un po’ intontito dall’alcol ingerito.
    Via la giacchetta, la camicia e poi slacciò la cinghia, sbottonò i pantaloni, fece sedere Hänsel sul bordo del letto, glieli sfilò, poi abbassò le mutande e…ciò che vide la fece restare a bocca aperta.
    Hänsel era dotato come mai le era capitato di vedere; contemplare quel totem di carne erigersi imponente la commosse.
    “Però” esclamò la strega “e chi si aspettava uno spettacolo del genere”.

    Fece stendere Hänsel sul letto.
    “Ora mi tolgo la dentiera, che la settimana scorsa per poco con la ingoio mentre lo succhiavo a due bambini che erano passati di qua…Frodo e l’altro non mi ricordo come si chiamava…e vedrai che ti farò stare bene” disse la vecchia strega.

    Così, mentre nella stanza da letto Hänsel si stava godendo un pompino davvero senza denti, in cucina Gretel continuava a cercare tra decine e decine di volumi pieni di annotazioni, formule, ricette per la polenta taragna e sudoku.

    Di sicuro alla strega non mancava né l’esperienza e nemmeno la tecnica, al punto che Hänsel iniziò a pensare che forse era meglio stare con la vecchia piuttosto che liberare Blancanieves. Il piacere che provava grazie alla bocca ed alla lingua di quell’insospettabile succhiacazzi era indescrivibile e percepiva che ormai si era incamminato lungo il sentiero dell’orgasmo. 

    Lo sentì arrivare, sempre più vicino, sempre più forte fino a quando non inondò di calda sborra la bocca della strega.


    “Porca puttana che pompino” esclamò Hänsel con un sorriso raggiante sulle labbra “in 43 anni mai goduto così tanto, nemmeno quando lo infilai nell’aspirapolvere di mia zia.”
    Si alzò dal letto che ancora il suo cazzo pulsava di piacere e vide la strega stesa a terra, priva di sensi, con gli occhi sbarrati e la bocca aperta in un ghigno terrificante con un rivolo bianco che le scendeva da un lato.
    “Oh cazzo” disse Hänsel “mi sa che la vecchia ci ha lasciato le penne”.
    Provò a capire se fosse ancora viva o meno, mettendole una mano sul petto ma il cuore sembrava fermo.
    “Gretel!” urlò “vieni qua subito”.
    “Non ci penso nemmeno” rispose la sorella dalla stanza opposta “non voglio assistere al terribile spettacolo di te che scopi una mummia del cazzo”
    “La strega è morta” disse Hänsel.
    Gretel corse di là e la vide esanime sul pavimento.
    “Sei riuscito a farti dire dove la formula magica? Di là sto trovando nulla”
    “No” rispose Hänsel “appena arrivati mi ha spogliato ed ha subito iniziato a succhiarmelo e poi sono venuto e lei è…andata…”
    “Come è andata…ma non avete scopato? Te lo ha solamente succhiato ed è morta? Ma come è possibile”. Gretel non si capacitava dell’accaduto.
    “Te lo giuro: non abbiamo scopato, solo un pompino. Proprio come accadde qualche anno fa con la Sirenetta, ricordi?”

    Se vuoi sapere cosa accadde con la Sirenetta e come andrà a finire la storia, non perderti il prossimo episodio che pubblicherò quando mi andrà di farlo. Forse.

  • 23 luglio

    Una volta un mio amico disse che arrivato a 30 anni uno poteva anche morire visto che la vita non gli avrebbe dato molto di più se i suoi 30 anni li aveva vissuti appieno. Erano quelle teorie del cazzo che nascono dopo litri di alcool e qualche canna. Per la cronaca il tipo oggi ha oltre 60 anni e non ci pensa nemmeno a lasciare questo mondo di merda.

    Io la pensavo come lui all’epoca; in effetti fossi morto a 30 anni mi sarei risparmiato la sofferenza di vedere mio padre ammalarsi e morire ma non avrei nemmeno provato la sensazione di innamorarmi perdutamente di una ragazza, primo ed unico amore a 43 anni.
    Oggi sono 57: probabilmente gli anni che mi restano non saranno così esaltanti come quelli già vissuti, ma cercherò di godermi ciò che capiterà.

    Alla fine, 57 anni è un bel traguardo in effetti.
    Come dico spesso, uno più famoso di me, con barba e lunghi capelli che faceva miracoli non è andato oltre i 33 e quindi sono stato fortunato.

    La mia nascita fu un piccolo evento.
    I miei genitori, cattolici praticanti, volevano farmi nascere in una grotta a Betlemme il giorno di Natale ma sbagliarono i calcoli sulla data dell’accoppiamento e nacqui a Luglio.
    Visto che nella bassa di grotte non ce n’erano, optarono per una casa cantoniera lungo la via Emilia.
    Al posto di bue e asinello, visto che faceva già caldo, optarono per un pinguino DeLonghi.
    Non era nemmeno previsto il passaggio di una cometa così mio zio rubò un grosso faro da una discoteca della zona e lo mise sul tetto della casa.

    La notte accesero questo faro ed iniziarono ad arrivare persone. Si teneva un rave nella zona e tutti, vedendo questa luce, pensavano fosse il locale in cui si svolgeva l’evento.
    Arrivò un auto con a bordo cinque “Hardcore Warriors”.
    “È qui il rave?” chiesero a mio zio.
    “Eh? Rave? ” rispose perplesso.
    “Vabbè hai delle paste? ” chiesero.
    Mio zio non sapeva dell’esistenza dell’extasy e rispose:
    “No paste no…Ma mia moglie ha fatto un’ottima crostata di prugne”
    I tizi gli sputarono in faccia e partirono sgommando.

    La mattina del 23 di Luglio, a che ora non lo so, nacque un bel bambino…occhi chiari, pelato, grassoccio e senza denti (i denti li ho, ma per il resto sono tale e quale ad allora).
    Ad assistere al parto una nostra parente che faceva l’infermiera; per ingannare l’attesa di scolò due casse di Ceres e quando fu il momento di tagliare il cordone ombelicale ne vide due: uno era il cordone e l’altro il mio uccello.
    Ero incredibilmente dotato…sarei potuto diventare il più famoso attore porno della storia.
    Quello che successe è facilmente intuibile: taglio il “cordone” sbagliato e così ecco la nascita di una persona destinata all’infelicità sessuale.

    Beh, buon compleanno vecchio mio.